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Storia della farmacia

1570

Negli “appunti per la storia politica e amministrativa di Dogliani” il primo accenno ad una professione paramedica trova testimonianza nella domanda che, nel 1570, due cerusici fecero alla comunità per aprire una bottega, affinché “si sappia ove trovarli ed essi possano prestare la loro servitù, fornire sanguisughe, ventose e tosar tutti gli uomini di Dogliani”.

I cerusici nell'Alto Medioevo furono figure minori quali barbieri, ambulanti ai quali erano state relegate alcune attività chirurgiche.
Essendo praticate a quei tempi senza alcuna anestesia e in condizioni igieniche precarie, risultavano particolarmente cruente e rischiose, tanto da essere ritenute indegne per un medico.

I cerusici fornivano anche sanguisughe, la cui vendita divenne poi prerogativa degli speziali.

1696

Datato 4 aprile 1696, invece, il primo documento che parla di due piazze da speciaro medicinale stabilite nel luogo di Dogliani, provincia di Fossano, dall'editto di Anna d'Orleans, principessa del Piemonte moglie di Vittorio Amedeo II di Savoia.

Le due piazze da speciaro nel 1703 vennero affidate per 800 lire l'una all'ebreo Giuseppe Colonna.

1733

Nel 1733 l'editto del 18 marzo ne istituì una terza per la vendita di “robbe vive”, affidata a Carlo Giuseppe Guarnieri.

Nel seguente prospetto vengono riassunti i vari passaggi documentati delle tre piazze, due delle quali furono accorpate nel 1888 in una sola, successivamente chiusa nel 1918.

1923

Dal 1923 il farmacista Terenzio Ceva divenne l'unico proprietario della farmacia esistente in Dogliani.

Proseguì la sua attività fino ai primi giorni del giugno 1944, quando venne rapito e assassinato insieme al notaio De Rubertis, ex potestà del paese, in località Piangarombo a Belvedere Langhe.

Note:
  • dal diario Martinengo, pag. 58: “Nella notte sul due marzo s'è dormito poco: i partigiani hanno preso e rilasciato il Dottor Ceva, hanno danneggiato la casa del Fascio, poi vuotata dai soliti ignoti; il Podestà si affretta a dar le dimissioni, nessuno vuole saperne di amministrare il paese in quelle condizioni e sotto la minaccia delle rappresaglie fasciste.”
  • dal diario Martinengo: “Nella notte sul 12 i partigiani portano via il farmacista Ceva e il notaio De Robertis; poche sere dopo forzano i magazzini di Corrado.”
  • dal diario Don Delpodio, pag. 119: “Nella notte dal 7 all'8 giugno i patrioti vennero e fecero un ratto di fascisti: Dott. Ceva, Dott. Scarsi e Dott. Derobertis e di qualche sfollato. Partirono con i patrioti il daziere Bruni e tutti i Carabinieri del luogo. La notte dopo fu messo in libertà il dott. Scarsi.”
  • dal racconto su “Dogliani e la sua Langa”, luglio-agosto 2012: “Una Lancia Augusta nera, identica all'auto di servizio pubblico che ogni giorno stazionava in piazza Rivellino, si fermò con le portiere spalancate di fronte alla Farmacia. Un uomo scese di corsa diretto al campanello per le chiamate notturne, pigiandolo ripetutamente. Forse qualche ferito aveva bisogno di cure urgenti, pensò, fissando gli occupanti dell'auto. Subito riconobbe al volante l'autista di piazza, amico del padre, sul sedile posteriore scorse due uomini, quello vicino al vetro di destra non l'aveva mai visto prima, alla sinistra sul lato rivolto alla via, dopo un attimo di studio riconobbe il Notaio Dr. De Rubertis, ex Podestà del paese. Stava ancora fissando il volto pallido del Notaio quando udì sbattere il portone di legno accanto all'entrata della Farmacia e in un attimo si trovò immerso in una scena tratta da un film americano di gangster. Il Farmacista Dr. Ceva, abbottonandosi gli ultimi bottini della giacca, sbucò dai portici sospinto a forza dallo sconosciuto che teneva una pistola in mano e venne spintonato sul sedile al fianco del Notaio”.

La gestione della farmacia venne affidata al Dottor Giuseppe Schellino, chimico-farmacista fino ad allora collaboratore e cognato del Dottor Terenzio Ceva.

1944

Il 31 luglio del 1944 il dramma del bombardamento che causò la morte di 28 persone (principalmente in piazza Carlo Alberto) colpì anche la farmacia che venne gravemente danneggiata mentre le schegge dei vetri in frantumi colpirono in modo il Dottor Schellino all'addome.

Foto del bombardamento

  • dal diario Martinengo:“Nel pomeriggio del 31 all'uscita dal Comune si ferma a parlare col parroco e col Segretario; a un tratto compare un aeroplano tedesco che lascia cadere tre bombe in mezzo al paese.”
  • dal diario Don Delpodio: “Il maggior numero delle vittime già in stato di avanzata putrefazione, ebbero l'assoluzione comune dal Parroco, dinnanzi all'Ospedale, dinnanzi a pochissimi, ché la gente è tuta latitante per il terrore. Nei giorni seguenti, le salme sono portate alla Chiesa Parrocchiale per la Messa e le esequie. Le ultime quattro salme, per misure di igiene a sette giorni di distanza dall'eccidio, si fanno sostare davanti alla Chiesa e se ne impartisce l'assoluzione sul sagrato. Il giorno 14 seguì un Funerale solenne per tutte le vittime, dinanzi ad una folla imponente.”

Venne fatta denuncia al capo della Procura che i locali della farmacia erano inagibili e che i medicinali erano stati in gran parte distrutti ed interrati.

La farmacia con autorizzazione prefettizia venne provvisoriamente trasferita presso i locali della famiglia eredi Edoardo Gallo, in via San Quirico 17, dove mio nonno poté così curarsi e allo stesso tempo accudire al servizio.

DAL DOPOGUERRA AD OGGI

Dopo la ristrutturazione dei locali danneggiati, nel 1947 la farmacia fu riportata in via Corte dove fu gestita fino al 1965 dal Dottor Giuseppe, dai suoi figli Giancarlo ed Enrico fino al 1994, dallo stesso Giancarlo e da suo figlio Carlo.

2020

Dal 2020 alla famiglia Schellino si affianca, nella gestione della farmacia, la famiglia Lugliengo con Pietro, già collaboratore di Carlo e suo fratello Edoardo.

Oggi con i nostri collaboratori farmacisti Alessandra Clerico, responsabile del reparto fitoterapico ed omeopatico, Luisanna Bertolusso, responsabile del reparto cosmetico, Paola Marenco, responsabile del reparto galenico e del reparto biologico, cerchiamo di gestire al meglio e con la professionalità che ci compete un servizio farmaceutico che sia al passo con i tempi attuali, in continua, ed a volte troppo rapida, evoluzione.

All'interno del nostro sito proiettato verso scenari futuri in cui saremo sempre più collegati e dipendenti dal mondo web, abbiamo voluto regalare ai nostri utenti visitatori una sezione fotografica e di documentazione storica su quello che la farmacia è stata nel passato quando si parlava di “piazza da speciaro e di robbe vive” e il farmacista era soprattutto colui che preparava al medico i medicamenti.

Troverete in questa sezione una serie di fotografie su attrezzature e strumenti del passato, ormai desuete, documenti storici, ricette di preparazioni fitoterapiche che ricordano un mondo ormai lontano, vissuto dai nostri nonni.

Questa sezione è per ricordare le figure titolari precedenti, in particolare il Dottor Giuseppe, il “Dottorino”, presente in farmacia per 30 anni consecutivi, senza pause, senza giorni di vacanza (che cos'era?), che abbiamo preparato questa sezione.

Carlo, Pietro ed Edoardo

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